LA QUESTIONE CUBANA E LA GUERRA DEL VIETNAM







All’inizio del 1959, un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara, poneva fine alla dittatura di Fulgenico Batista, sostenuta dagli americani.
Il progetto di Castro si proponeva una politica di riforme di stampo popolare ma le ostilità dimostrate dagli USA nei confronti della rivoluzione, spinsero Cuba a stringere rapporti sempre più stretti con la lontana Russia.
Il I dicembre ’61 Cuba si dichiarò repubblica democratica socialista.
La Russia diventò il principale partner economico di Cuba e tutte le imprese dell’isola vennero nazionalizzate.
All’inizio del suo incarico, il presidente americano Kennedy tentò di soffocare il regime socialista cubano sia boicottandolo economicamente (l’embargo contro Cuba è ancora in vigore)sia appoggiando i gruppi di esuli anti-castristi che tentarono nel 1961 di sbarcare nella “baia dei porci” per raggiungere l’Avana e rovesciare il regime castrista.
L’azione però fallì miseramente soprattutto grazie al mancato appoggio del popolo agli anti-rivoluzionari.
Nella tensione così creatasi, si inserì l’Urss che non solo offrì ai cubani assistenza economica e militare, ma iniziò l’installazione sull’isola di basi per il lancio di missili nucleari. Gli USA scoprirono ciò solo nel ’62 e Kennedy ordinò subito un blocco navale attorno a Cuba per impedire che navi russe raggiungessero l’isola.
Per sei terribili giorni (16-21 ottobre)il mondo fu nuovamente vicino ad un conflitto atomico ma alla fine il primo ministro russo Krusciov cedette e si accordò con Kennedy per il ritiro dei missili in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola.






Una delle conseguenze della II guerra mondiale fu l’emancipazione dei popoli colonizzati. Gli anni fra il 1947 e il 1962, videro compiersi, spesso con violenti contrasti, la dissoluzione degli imperi coloniali di Gran Bretagna, Francia, Belgio e Olanda.
In particolare l’Indocina, dove movimento di liberazione guidato dal capo comunista Ho-Chi-Minh si oppose al ritorno della Francia dopo la fine della guerra, la lotta fu dura e sanguinosa.
Il conflitto che ne seguì si protrasse per otto anni (‘46-‘54) e alla fine la Francia dovette abbandonare le sue colonie in Asia.
L’Indocina venne smembrata tra gli stati di Laos, Cambogia e Vietnam.Quest’ultimo venne ulteriormente diviso tra Vietnam del nord, retto da un regime comunista, e Vietnam del sud, governato da un regime dittatoriale sostenuto dagli USA.
Dopo il 1954 la situazione tra i due Vietnam si fece molto tesa.
Nel sud tra ’57 e ’59, si organizzò un movimento di guerriglia - i “Vietcong” - contro la dittatura, guerriglia che venne appoggiata dal governo comunista del nord e quindi anche da URSS e Cina).
Ne nacque una sanguinosa guerra civile in breve tempo complicata dall’intervento militare degli USA nel sud del paese.
Nonostante l’impiego di ingenti forze terrestri e aeree ( specialmente durante la presidenza Jhonson ), gli americani non riuscirono a risolvere il conflitto con la forza e la lotta si trascinò per anni, fino al 1974 quando, in seguito ad una grande offensiva lanciata dai nord vietnamiti, l’intero paese cadde nelle mani dei comunisti.
Il conflitto, che alla fine si risolse dunque con la sconfitta degli americani, aveva conosciuto, durante tutto il periodo del suo svolgimento, una fortissima opposizione da parte dell’opinione pubblica sia di sinistra che di destra.
I motivi della guerra, infatti, secondo l’opinione pubblica non erano sufficienti a spiegare gli altissimi costi economici ma soprattutto umani del conflitto. Senza contare poi che essa apparve a molti come una guerra ingiusta (“una sporca guerra”) perché contraria al diritto di auto determinazione dei popoli.