NIKITA KRUSCEV





Dopo la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, il suo successore Nikita Kruscev, dimostrò subito di voler chiudere l’epoca oscura dello stalinismo. Kruscev voleva realizzare un vasto programma di riforme per modernizzare la società sovietica e migliorare le condizioni di vita della popolazione.
La novità più importante della politica di Kruscev fu la Denuncia dei crimini di Stalin. Nel 1956, infatti, Kruscev presentò al XX Congresso del partito comunista sovietico un rapporto segreto in cui con grande chiarezza affermava: "Stalin non agiva ricorrendo alla persuasione ma imponendo le sue idee e chiedendo sottomissione assoluta alle sue opinioni." Il rapporto portò molto disorientamento tra i comunisti occidentali che erano rimasti fedeli al mito di Stalin.
Kruscev cercò anche di migliorare le relazioni con il modo occidentale. Secondo lui, l’Unione Sovietica doveva sconfiggere gli Stati Uniti non attraverso una guerra, ma dimostrando la superiorità del sistema comunista rispetto a quello capitalista. Al tempo stesso, dichiarò che una guerra tra i due blocchi non era "fatalmente inevitabile". Kruscev indicava la coesistenza pacifica come l’unica strada alternativa alla guerra più devastatrice della storia.
Nel processo di destalinizzazione avviato da Kruscev con il XX congresso del Pcus si intrecciarono strettamente aspetti economici e motivazioni politiche. Sul piano economico Kruscev cercò di ridurre lo squilibrio esistente tra le risorse destinate all’industria pesante (secondo la linea sempre perseguita da Stalin) e quelle destinate ai consumi e all’agricoltura, per migliorare il tenore di vita della popolazione; perciò egli elevò i prezzi agricoli, ridusse le tasse per i contadini, aumentò i salari e pensioni. Sul piano politico allentò la morsa dell’opprimente dittatura staliniana e consentì una più libera espressione di pensiero, e di parola, pur entro i limiti dell’indiscusso e indiscutibile modello socialista.
I risultati della politica di Kruscev furono però contraddittori. Il dibattito all’interno si fece più vivo e libero, ma all’esterno non si allentò il rigido controllo dell’Urss sui paesi dell’Europa orientale, nonostante venisse ammessa la possibilità di "vie nazionali" al socialismo, diverse cioè dal modello sovietico. Kruscev, inoltre, lanciò il paese in un’accesa competizione economico - tecnologica con gli Stati Uniti, che assorbì risorse sempre più ingenti. Ciò fruttò all’Urss il temporaneo primato nella gara spaziale, con il lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik, nel 1957 e l’invio del primo astronauta in orbita (Yuri Gagarin, 1961), ma non contribuì a risolvere i problemi di fondo dell’economia sovietica.